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Filler e Complicanze

Proceedings article published in 2012 by Francesca R. Grippaudo ORCID
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Abstract

Filler e Complicanze F. Grippaudo Negli ultimi anni al fine di ottenere un riempimento dei tessuti molli per motivazioni esclusivamente estetiche, sono stati introdotti nei mercati molti nuovi dermal filler. Questi dispositivi promettono un risultato permanente o di lunga durata, un’ottima biocompatibilità con il paziente, l’assenza di fenomeni di migrazione e in ogni modo una facile e completa rimozione nella rara eventualità di complicanza. La composizione dei filler è quanto mai varia e comprende collagene, acido ialuronico, associazioni di polimetilmetacrilato con o senza collagene; idrossimetilmetacrilato o etilmetacrilato con acido ialuronico; idrogel di poliacrilamide; polialchilimmide; alcool polivinilico; idrossiapatite di calcio; DEAE sephadex ed acido ialuronico. In letteratura medica, sono frequentemente descritte le complicanze causate dai filler, ed in particolare l’insorgenza di infezioni tardive ricorrenti, l’edema recidivo dei tessuti molli, la migrazione del prodotto impiantato, i granulomi, l’insorgenza di tumefazioni, le discromie cutanee e la necrosi tissutale. Materiali e metodi: 36 pazienti si sono rivolti al chirurgo plastico con una o più complicanze in seguito a trattamento con dermal fillers. Le aree del trattamento erano le labbra (17), le guance (8), i solchi naso genieni (10), gli zigomi (3), la regione periorbitaria (5), il naso (1) ed i glutei (1). I filler impiegati riconoscevano una diversa composizione: polimetilmetacrilato con collagene (3); idrossietilmetacrilato ed etilmetacrilato con acido ialuronico (2), idrogel di poliacrilamide (14), polialchilimide (10), Alcol polivinilico (3), idrossiapatite sintetica (1), DEAE Sephadex ed acido ialuronico (1), silicone (2). Le complicanze insorte a breve distanza erano l’infezione nella sede d’inoculazione oppure un edema prolungato (10); mentre le complicanze a distanza consistevano nell’edema ricorrente del volto (20), nell’infezione frequente con drenaggio spontaneo (15), nei granulomi (10), la migrazione del filler (7), la formazione di tumefazioni (5), la necrosi tissutale (1), l’insorgenza di discromie cutanee (2). Trenta pazienti sono stati trattati con terapia medica (corticosteroidi ed antibiotici locali e/o sistemici). Quindici pazienti hanno richiesto il drenaggio chirurgico degli ascessi cutanei. La rimozione del filler, secondo la procedura indicate dal produttore, è stata tentata in 21 pazienti. In dieci pazienti è stata necessaria la rimozione chirurgica delle tumefazioni. Quattro pazienti hanno richiesto procedure chirurgiche più invasive ( face lift, ecc). Risultati: la rimozione complete del filler è stata possibile solo in 7 pazienti, con guarigione completa dalla patologia cutanea. La terapia medica ha esposto le pazienti a numerose recidive del processo infiammatorio, che può progredire con comparsa di atrofia dei tessuti molli, fibrosi o ulcerazioni. La sede del trattamento non ha alcuna influenza sulla comparsa di complicanze e sull’evoluzione delle stesse. Alcuni filler hanno condotto all’insorgenza di più complicanze, non correlate tra loro. Nella maggior parte dei pazienti è stato impossibile rimuovere completamente il filler, in seguito ad estesi processi di fibrosi.