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Il futuro dell’uva da tavola: programmi di breeding nel sud Italia

Proceedings article published in 2014 by D. Antonacci, L. R. Forleo, C. Bergamini, P. Crupi, C. Sgarra, A. R. Caputo, R. Perniola
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Abstract

La viticoltura da tavola nel Meridione d’Italia è un settore importante della sua economia, oggi messo in crisi sia dalla coltivazione di varietà con semi, meno richieste dai mercati, che dalla presenza sui mercati internazionali di uva proveniente da altri Paesi. Dopo un periodo di stasi, di recente anche in Italia è aumentato l’interesse per il rinnovamento varietale. Nel 2004 con l’istituzione del CRA-UTV di Turi, il CRA ha specificamente attribuito alla sede pugliese la “missione” di svolgere le ricerche per l’uva da tavola. In questo contesto si è concretizzato l’impegno in azioni di miglioramento genetico fortemente finalizzate alle esigenze del sistema produttivo italiano, che richiede non solo varietà rispondenti a precise caratteristiche produttive e qualitative, ma anche il “controllo” delle stesse, al fine di impostare precise politiche commerciali, indispensabili per garantire stabilità e prospettiva di reddito ai produttori di uva da tavola italiani. Il programma di miglioramento genetico ha previsto incroci di tipo convenzionale tra varietà con seme e varietà apirene, ed incroci tra varietà apirene sfruttando la tecnica dell’embryo rescue. Il lavoro avviato presso il CRA-UTV permetterà a breve di disporre di selezioni di nuove varietà di uve da tavola con caratteristiche richieste dai mercati.